Testo di Edoardo Lucà
Roma-Santa Caterina, solo andata
La maggior parte delle persone che va in montagna o, più in generale, passa il proprio tempo libero all’aria aperta (di questi tempi lo chiamiamo “outdoor” perché ci piacciono tanto gli inglesismi, ma il concetto quello è) ha nel cuore dei luoghi ben precisi. Sono quei posti in cui si torna più spesso, a cui ci si sente più legati per diversi motivi. O magari non ci sono motivi particolari, e il legame è frutto di semplici sensazioni.
Il più delle volte i weekend sono i giorni in cui i cittadini fuggono dalle zone in cui vivono per cercare la pace (se così si può definire) in mezzo alla natura, e per soddisfare il più possibile i propri bisogni, che la città tende a sopprimere.
Io e Eva eravamo proprio così, e abbiamo fatto i “weekend warriors” per tanti anni, scappando da Roma ogni volta che era possibile per cercare (e possibilmente trovare) noi stessi negli ambienti naturali che più ci definivano.
Poi un giorno, complici i lavori che ce lo permettevano, abbiamo puntato il dito in un posto e abbiamo spostato noi stessi là, senza avere un elastico che ci riportasse indietro. Quel posto è la Valfurva.
La Valfurva dista da Roma circa 8 ore in macchina e altrettante in treno/bus. Non è una zona battuta nel weekend dai romani. Non è un posto blasonato dove i romani vanno in settimana bianca, o a scalare vie lunghe in estate. E’ una valle immersa completamente tra montagne che sfiorano i 4000 metri. La strada per arrivarci è lunga a prescindere da dove si parte. E’ una valle poco antropizzata (il comune, formato da varie frazioni, conta poco più di 2000 abitanti), e l’ultimo agglomerato è Santa Caterina, che, per quanto sia una località turistica abbastanza conosciuta, fa si e no 200 residenti fissi.
Nei due anni passati qui finora abbiamo battuto tutte le tracce possibili, abbiamo cercato di sciare più linee possibili, e abbiamo creato un gruppo eterogeneo di amicizie e conoscenze che volessero condividere con noi tutto questo.
Un bel giorno il Coronavirus ha bussato alle nostre porte e ha stravolto le vite di tutti quanti. La primavera del 2020 l’abbiamo passata chiusi in casa o al massimo a fare i criceti senza potersi allontanare più di 200 metri da casa. Clima freddo, sole. Condizioni che sarebbero state perfette per le lunghe gite primaverili.
L’estate e l’autunno sono passate, e precisa come un orologio la neve si è ripresentata di nuovo alla nostra porta a Novembre, assieme alle rinnovate misure anti-coronavirus.
Questa volta però il lockdown permetteva di fare attività sportive all’interno del proprio comune. Il comune di Valfurva è enorme. L’altitudine va da 1300 circa a 3800 circa. Un parco giochi innevato, con possibilità quasi infinite. Vette, canali, dorsali, creste. Chi più ne ha più ne metta.
E’ bello amare il posto in cui si vive e volerlo esplorare in ogni sua parte. Ma è bello anche condividerlo con chi non lo conosce o con chi lo conosce già ma non così a fondo. Che senso ha tenersi stretto un tesoro (di qualsiasi tipo) tutto per sé?
Valfurva All You Can Ski
Valfurva All You Can Ski è un progetto nato con questo intento. Il fatto di salire con le proprie gambe 40 cime all’interno del comune in cui viviamo per poi sciarle è solo un contorno ad un fine più grande: condividere il più possibile la bellezza e le possibilità di questa zona.
Non abbiamo la pretesa di dire che la Valfurva sia il posto più bello del mondo, né che ogni singola linea sia migliore di tutte le altre. E’ una valle come tante altre, quello che la definisce sono gli occhi con cui la si guarda. I nostri si sono posati qui poco più di due anni fa, e da allora non hanno smesso di innamorarsi di ogni sua singola sfaccettatura.
Pian piano abbiamo avuto riscontri da un sacco di gente del posto, amanti della valle, sciatori locali e non. Molti si sono sorpresi del fatto che ci fossero voluti due romani trasferitisi qui per far conoscere le immense possibilità della Valfurva al di fuori dello sci alpino d’inverno o delle passeggiate in montagna d’estate. Forse ci volevano due paia di occhi “da fuori” per far sentire i furic (in dialetto locale, gli abitanti della Valfurva) un po’ più orgogliosi del posto in cui vivono, e per far vedere a chi non ci vive quante possibilità ci sono, a portata di tutti.
Noi semplicemente saliamo tutte le vette che ci circondano e tracciamo la nostra personale linea scendendo da ognuna di esse. Non pretendiamo che tutti facciano lo stesso. Anzi speriamo che ognuno prenda spunto per tracciare la propria linea su queste splendide montagne. Troppe volte si fanno gite scialpinistiche e si seguono le tracce di discesa di tutte le persone scese prima. Ci auguriamo che altri come noi preferiscano avventurarsi, lasciando il proprio segno sulle tantissime tele di questa valle. E di altre ancora.
Se volete seguire il progetto