Domani ti sveglierai e niente sarà come ieri.
Salirai in macchina, butterai l’attrezzatura nel bagagliaio e finalmente andrai in quei posti che non vedi da più di un mese; quei posti che ti fanno essere quello che sei, quei posti che ti hanno dato tutto senza chiederti niente.
Ti sembrerà che la tua assenza abbia lasciato tutto così com’era – solo perché il vento ha cancellato le tue tracce – ma in realtà tutto è cambiato e niente è come ieri.

Domani ti porterai le tue buone intenzioni sulle tue gambe, pensando di camminare leggero e non ti volterai nemmeno indietro per vedere la linea del tuo passaggio. Penserai che non sei così egoista, che non lo stai facendo per te e per te soltanto, solo perché hai camminato leggero e non ti sei voltato alle spalle. Guardi al domani tu. Al futuro. E tanto niente è come ieri e non ha senso rimanere ancorato a quello che era.


Qualcuno ti ha detto che su quella morena dove ora stai camminando con le scarpe da ginnastica e gli sci sullo zaino anni fa si sciava. Ma tu guardi avanti e pensi che camminerai leggero fino a quella parete lì in fondo, perché tanto hai le tue buone intenzioni e i tuoi sci in spalla. Hai la coscienza pulita: non è colpa tua se il ghiacciaio si è ritirato e su quella montagna adesso non si può più sciare. Non hai preso l’elicottero, come fanno tutti qui, e per questo ti senti pulito, ti senti migliore. Pensi che stai dando qualcosa a quei posti, ma in fondo lo sai che il motivo per cui sei lì è per te e te soltanto. Per star bene. Per provare qualcosa – qualunque cosa. Non c’è niente di male in questo. Non è certo una colpa volere essere felici.

Ti senti finalmente libero. Era più di un mese che non ti sentivi così.
Puoi uscire di casa, fare quello che vuoi. Adesso la tua libertà non crea più danni a nessuno.
Ti senti sollevato da quel senso di responsabilità che ti opprimeva, che ti faceva voltare lo sguardo se incontravi qualcuno sulla strada che da casa ti porta al supermercato più vicino. Ti senti sollevato e anche un po’ fiero, perché in fondo è grazie anche a te se il vecchietto del terzo piano è ancora vivo e può scendere al parco a giocare con le sue nipoti.
Ti senti felice e anche un po’ fiero mentre cammini leggero sulla morena. Hai fatto il tuo dovere, ora puoi pensare a te stesso. Ti godi il risultato delle tue azioni. Hai fatto quello che dovevi, ora puoi essere libero.
Ma aspetta, avevi detto che guardavi solo avanti, verso quella montagna lontana. Che pensavi al futuro. Non mi dire che sei rimasto ancorato a ieri.

Domani tornerai a camminare sulla morena, e dovrai andare sempre un po’ più lontano per trovare pace e per sentirti felice. Per fare quello che ti fa star bene, per sciare. Ti sentirai un po’ meno fiero, tornerai a casa con il dubbio.
Mentre aprirai il portone vedrai qualche metro più in là il signore anziano del terzo piano e ti ricorderai che le tue azioni avevano un valore in quei tremendi giorni di crisi. Perché di quello che fai oggi te ne accorgi solamente domani.
Ti sembra più difficile agire, ora che nessuno te lo impone. Vero?
Ed è ancora più difficile perché quello che stai per fare non sarà tangibile se non domani. O forse il giorno dopo domani, quando tu sarai diventato solo terra e ricordo.
Sei capace di guardare non più solo al tuo, di futuro?
Domani, qualcuno camminerà sulla stessa morena e se vedrà le neve, lì in fondo, sarà anche grazie a te. Non è incredibile come le tue azioni possono avere valore nel tempo?
Domani sarai diventato terra e ricordo, sarai diventato l’acqua che taglia la valle, sarai la neve sulla montagna lì in fondo. Ma se oggi non farai nulla, sarai solo ricordo.