I pochi corsi d’acqua rimasti pressoché incontaminati si trovano in montagna, ed i progetti di impianti mini-idroelettrici mettono a rischio la loro naturalità, creando vantaggi economici solo per chi li costruisce. Uno di questi  progetti assurdi è portato avanti dal Comune di Rassa, in Valsesia, che, proprio in corrispondenza della spettacolare confluenza tra i torrenti Sorba e Gronda, luogo di unica bellezza, intende realizzare una centrale da 226 kW di potenza che, anche beneficiando degli incentivi, avrebbe serie difficoltà a rimborsare l’investimento pubblico iniziale, mentre sarebbe deleteria per l’ecosistema fluviale e per il paesaggio di questo stupendo paesino, che conta solo 62 residenti ma più di 10.000 turisti all’anno.

A tal proposito è stata avviata una petizione che ha già raggiunto più di 6500 firme da tutto il mondo, provenienti da appassionati della montagna e dei suoi torrenti, che non riescono ad accettare che la decisione di pochi individui possa provocare la perdita inesorabile di un ecosistema che dovrebbe essere assolutamente protetto e non allo sbaraglio di decisioni dettate solo dal mero interesse economico. Se poi vogliamo parlare di economia non dimentichiamo che una delle principali risorse di un’area turistica, sono gli ambienti preservati dagli sfruttamenti umani.

Obbiettivo aggiuntivo è di fare di Rassa il simbolo delle centinaia di lotte contro le centrali micro-idroelettriche non solo in Italia (92 progetti in corso) ma in tutta Europa. 150 Associazioni Ambientaliste europee hanno inviato un Manifesto all’UE chiedondo la fine degli incentivi all’idroelettrico.

In attesa di una decisione che verrà presa il 16 dicembre da parte del Tribunale delle Acque a Roma, migliaia di persone sperano che la decisione finale sia quella di lasciar scorre libero il torrente Sorba con le sue acque selvagge tra i boschi invece di vederlo inesorabilmente intubato in una conduttura lontano dal suo alveo naturale.

Fred Gilardone

 

Link per firmare la petizione: http://chng.it/TgP4yYYP